Presentazione

Il Festival delle Religioni nasce dalla precisa convinzione che l’integrazione tra diverse culture passa necessariamente per la conoscenza reciproca delle persone. Nessun individuo è bastevole a sé stesso e per questo motivo il dialogo e il confronto con l’altro, tanto più se diverso da noi per cultura, tradizioni, etnia e credo religioso, è la chiave più importante per arricchirci dal punto di vista intellettuale e spirituale.

Questa manifestazione, giunta ormai alla sua quinta edizione, è pertanto una preziosa occasione di riflessione e approfondimento sulle religioni e le culture che convivono oggi nel nostro territorio, un’esplorazione alla scoperta di noi stessi e degli altri guidata ogni anno da un tema principale, sviluppato e valorizzato dai contributi degli ospiti che anno dopo anno hanno partecipato al Festival.

Nelle sue prime edizioni il Festival delle Religioni ha parlato di crisi della fede, di relazioni genitori-figli, ha affrontato il tema del valore della donna nei vari credi religiosi, ha stimolato il dibattito sui concetti di ascolto e accoglienza.

Per dare smalto e solide fondamenta alle riflessioni su temi così importanti il Festival ha accolto importantissimi esponenti del mondo religioso, culturale e artistico sia nazionale che internazionale.

Ci piace ricordare tra gli altri:

Matteo Maria Zuppi, Arcivescovo di Bologna
Gian Carlo Perego, Arcivescovo di Ferrara-Comacchio
Yassine Lafram, Coordinatore della Comunità Islamica di Bologna
Kamel Layachi, Imam delle comunità islamiche del Veneto
Rav Alberto Sermoneta, Rabbino capo di Bologna
Padre Enzo Bianchi, fondatore della Comunità Monastica di Bose
Marco Tibaldi, Direttore dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Bologna
Fabrizio Mandreoli, docente di Teologia fondamentale e sacramentaria presso la Facoltà Teologica dell’Emilia-Romagna
Moni Ovadia, attore, scrittore e cantante

Occorre sottolineare come il Festival delle Religioni in questi anni non sia rimasto relegato nei teatri o nelle sedi istituzionali. Non si è limitato a trattare il tema del confronto e dell’ascolto esclusivamente da un punto di vista “filosofico”, ma è sceso nelle strade e nelle piazze per trasformare il dialogo in incontro fisico, in scambio di esperienze, saperi e tradizioni attraverso momenti di condivisione: cene multietniche, pic nic a colori, sfilate di abiti tradizionali, concerti, danze tipiche e momenti di gioco dedicati ai bambini.

Ascoltare per comprendere, confrontarsi per conoscere e abbattere il pregiudizio.